Punto Informatico parla di coworking. E di Cowo Milano.

cowosupunto

E’ proprio un buon articolo, a mio parere, quello scritto da Giovanni Arata su Punto Informatico, il 23 gennaio scorso.

Dopo il titolo “Spazi in cerca d’autore, viaggio nei coworking”, il racconto prende spunto da una storia professionale reale, sviluppatasi in un coworking italiano (indovinate quale…) per rendere nel modo migliore l’utilità di questa scelta, che Giovanni descrive così:

Ma cosa sono esattamente, questi “coworking”?

Si tratta di spazi equipaggiati – con scrivanie, sale riunioni, connessione di rete – che vengono affittati a professionisti e freelance per periodi più o meno prolungati.

Non sono come i tradizionali studi associati, o semplici affittacamere: ci si può passare un anno come un’ora, nei cowo, e ci si incontrano professionalità molto eterogenee.

C’è chi parla di “atmosfera” dei coworking, e persino chi si spinge a vedere in essi una delle forme emergenti dell’organizzazione contemporanea, al punto di incrocio tra una casa, un Internet café e l’ufficio vecchia maniera.

Quasi come un mini-saggio sull’argomento, poi, il pezzo racconta le origini del fenomeno, i diversi modi in cui si può realizzare (dal salotto di casa al pseudo-business center,  al coworking con babysitteraggio e childcare inclusi), le risorse disponibili in rete.

C’è anche la cartina dei coworking nel mondo [memo a me stesso: inserire Cowo Milano subito!] tratta dal coworking wiki.

Naturalmente si parla anche delle altre tre esperienze italiane nel settore, e non mancano indicazioni sui prezzi, con esempi presi diverse realtà, un po’ dappertutto.

Infine… siamo o non siamo su Internet? Ecco quindi i commenti dei lettori, alcuni dei quali postati spontaneamente da nostri coworker (grazie ragazzi!).

Cosa si può aggiungere a tutto questo?

Credo nulla, se non che – da appassionati del coworking – fa piacere scoprire che la sensibilità verso questi nuovi stili lavorativi è in netto aumento, in Italia come nel resto del mondo.